Ho sempre praticato la disciplina del canottaggio che, come tutti gli sport di resistenza, ha come caratteristica principale la necessità di un allenamento quotidiano e costante per poter arrivare a risultati concreti.
Lo sport mi ha insegnato ad essere perseverante nel raggiungere un obiettivo, qualunque esso sia. Occupandomi oggi di formazione e consulenza per le aziende, mi riconosco appieno in questo approccio.
Non si ha possibilità alcuna di mollare il colpo poiché – lo sappiamo benissimo – la differenza tra conquistare una medaglia e tornare a casa a mani vuote è davvero minima. E sempre in merito alla perseveranza, se tutti i giorni non stai sul pezzo, non parli con le persone e non ti fai vedere dai tuoi clienti, qualcun altro lo farà al posto tuo.
E che dire del duro lavoro di genitore. Essere un esempio in modo che i tuoi figli crescano con i giusti valori non è un atteggiamento che s’improvvisa: ogni giorno abbiamo il compito di essere coerenti, di perseverare nel modo in cui ci relazioniamo con loro affinché ne capiscano appieno l’importanza dell’insegnamento e il perché di alcune scelte rispetto ad altre.
Un’altra bella parola che ho imparato dallo sport è resilienza. La capacità di reagire ai momenti di difficoltà degli ex sportivi è una tipologia di risorsa molto richiesta dalle risorse umane. Non tutti i giorni gli allenamenti vanno come dovrebbero e le batoste in gara arrivano per tutti. Solo questa capacità di vedere il positivo anche nelle sconfitte fa di noi delle persone più positive, capaci di tramutare una situazioni difficili in nuovi stimoli.
Poi c’è gruppo, parte fondamentale per la crescita di ognuno di noi ad ogni livello. Lo vedo con i miei figli. Da quando frequentano l’asilo hanno interiorizzato una capacità di relazione totalmente differente da quella che non stavano sviluppando nell’ambiente ovattato di casa.
Il gruppo è sia uno stimolo che una sicurezza. Nello sport come nel lavoro c’è, e sempre ci sarà, qualcuno che vorrà giustamente essere il migliore, ma proprio perché si vogliono raggiungere i medesimi obiettivi, quello stesso gruppo diverrà parte integrante di noi stessi, assicurandoci sempre la sua presenza. La sicurezza di far parte di qualcosa di importante, così da non sentirsi un individuo a sé, ma una parte del tutto.
Perseveranza, resilienza e saper far parte di un gruppo sono le tre cose fondamentali che lo sport mi ha regalato, in cambio di tanto impegno: il duro lavoro ha trasformato la fatica in doni e, oggi più che mai, mi sento di ringraziare “lo sport” per tutto ciò che mi ha insegnato.
Edoardo Verzotti